10 ANNI CON IL SUD: UN LIBRO E UNA MOSTRA FOTOGRAFICA PER RACCONTARE “UN FUTURO MAI VISTO”
12 Gennaio 2017
Giornata conclusiva a Roma con il Nobel per l’economia Amartya Sen e presentazione in anteprima di “Con il Sud – Visioni e storie di un’Italia che può cambiare” (Mondadori) per il decennale della Fondazione
Borgomeo: “In questo percorso a tappe abbiamo condiviso visioni ed esperienze che ci insegnano che il cambiamento al Sud è possibile se si capovolgono le priorità e il paradigma: lo sviluppo economico di un territorio dipende dalle sue condizioni sociali e civili”.
Sen: “Aumentare la ricchezza al Sud sarebbe molto importante, ma non è l’unico parametro. Molto dipende anche da come è organizzata la società, da come lo Stato funziona e da come la stessa cultura può rendere la vita più soddisfacente”.
Con la tappa romana si conclude la manifestazione itinerante “Con il Sud – Un futuro mai visto”, promossa dalla Fondazione CON IL SUD in occasione del suo decimo “compleanno”. Un anno di incontri sul territorio attorno a cinque figure storiche contemporanee e per certi versi profetiche: Franco Basaglia, Danilo Dolci, Renata Fonte, don Lorenzo Milani, Adriano Olivetti.
Un finale in compagnia del premio Nobel per l’Economia Amartya Sen, protagonista del volume “Con il Sud – Visioni e storie di un’Italia che può cambiare” (Mondadori) promosso dalla Fondazione e da oggi disponibile in libreria. Il volume, a cura di Andrea Di Consoli e Yari Selvetella, esplora la concretezza di tale prospettiva attraverso le visioni di scrittori, intellettuali, economisti, sociologi, rappresentanti delle istituzioni che, partendo dalla complessità del reale, ne individuano i limiti e i punti di forza. Oltre a Sen, gli altri protagonisti del libro sono Edgar Morin, Franco Arminio, Pietro Barbieri, Leonardo Becchetti, Rosy Bindi, Vincenzo Boccia, Mimmo Calopresti, Raffaele Cantone, Franco Cassano, Domenico Cersosimo, Luigi Ciotti, Emma Dante, Domenico De Masi, Giuseppe De Rita, Giuseppe Guzzetti, Giuseppe Laterza, Alessandro Leogrande, Geneviève Makaping, Raffaele Nigro, Valeria Parrella, Carmen Pellegrino, Franco Roberti, Marco Rossi-Doria, Chiara Saraceno, Aurelia Sole, Carlo Trigilia, Giusy Versace, Gianfranco Viesti. Il libro racconta anche le storie di migliaia di cittadini, giovani e associazioni coinvolti dai progetti sostenuti dalla Fondazione e contiene un fotoracconto di #unfuturomaivisto, il contest fotografico gratuito sul Mezzogiorno.
I diritti d’autore sulle vendite saranno interamente devoluti dalla Fondazione a LIBEROS, associazione che ha dato vita in Sardegna a un progetto innovativo fondato sulla promozione della lettura come fonte di coesione sociale, portandola in centinaia di piccole comunità isolate.
Per l’occasione inoltre, all’esterno dell’Aula Magna del Dipartimento di Architettura di Roma Tre a Testaccio che ha ospitato l’evento, è stata allestita l’esposizione #unfuturomaivisto, curata da Chiara Capodici con orizzontale, con alcune delle oltre 1500 immagini del Mezzogiorno che hanno partecipato al contest fotografico. La mostra, inoltre, sarà visitabile nelle prossime settimane presso la sede della Fondazione.
“Dieci anni rappresentano l’inizio di un percorso, lento e faticoso ma incisivo, di trasformazione del presente a partire dal Sud e dal sociale – ha dichiarato Carlo Borgomeo presidente della Fondazione CON IL SUD a margine dell’iniziativa. In questo percorso a tappe abbiamo condiviso visioni ed esperienze che ci insegnano che il cambiamento al Sud è possibile se si capovolgono le priorità e il paradigma: lo sviluppo economico di un territorio dipende dalle sue condizioni sociali e civili. Se noi non immaginiamo il Sud come sfida nazionale e non mettiamo al primo posto la scuola, i ragazzi, i percorsi di inclusione, i beni comuni, il rispetto delle regole e l’organizzazione di una comunità come possiamo costruire lo sviluppo? L’alternativa – ha concluso Borgomeo – è continuare di fatto ad aspettare uno sviluppo che arrivi da altrove, alimentando un processo di deresponsabilizzazione”.
L’incontro, aperto dai saluti dei rappresentanti dei soci fondatori della Fondazione, Giuseppe Guzzetti presidente dell’Acri e Pietro Barbieri portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, ha dato modo di condividere le testimonianze di alcune delle oltre 1000 iniziative avviate dalla Fondazione CON IL SUD in questi 10 anni.
Alle porte di Foggia, dal progetto Africa Food & Fashion District nasce lo spazio Calebasse. Cibo, moda e relazioni sono i suoi tre cardini. Al suo interno, infatti, c’è un ristorante che propone una cucina italo–africana, con la sperimentazione di piatti fusion, un angolo market con i principali prodotti utilizzati nella cucina africana e una sala eventi. L’attività è gestita da due giovani soci, uno italiano e uno senegalese, che collaborano con un cuoco italiano, un aiuto cuoco senegalese e una ragazza sudanese che si occupa del servizio ai tavoli. Calebasse è un open space messo a disposizione dell’intera collettività dove enti e associazioni possono collaborare; un punto di riferimento che regala alla città nuovi colori; una linea di abbigliamento che vede protagonisti italiani e stranieri.
In Sicilia invece la Fondazione di Comunità di Messina ha fatto un vero “miracolo civile”: ricercatori, organizzazioni non profit e del mercato sono riusciti ad immaginare e sperimentare “insieme” un modo nuovo di fare economia, partendo dal sociale, valorizzando le relazioni umane, la persona, i beni collettivi, trovando nella Fondazione CON IL SUD il soggetto che ha premesso la sua realizzazione. Uno dei progetti si chiama “Luci e libertà”, la Fondazione promuove il reinserimento sociale di 56 ex detenuti dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto. Gli ex detenuti, destinatari di un budget individuale assegnato dallo Stato italiano, hanno scelto di farlo confluire nel fondo della Fondazione di Comunità di Messina, di cui sono soci. Con la medesima cifra sostenuta dallo Stato per il ricovero in comunità terapeutica di un ex internato (70 mila euro l’anno), il programma “Luci e libertà” sostiene il suo reinserimento sociale per 20 anni (per un “costo” di 3.500 euro l’anno). E, nel tempo, la persona sarà messa nelle condizioni di sostenersi da sé. La Fondazione di Comunità di Messina promuove altri programmi per le famiglie e per i giovani della provincia, creando un indotto lavorativo diretto per centinaia di cittadini.
Con il bando “Brains2South” la Fondazione CON IL SUD ha permesso a 11 giovani ricercatori italiani e stranieri che fino ad oggi hanno lavorato all’estero o al Nord, di svolgere la propria ricerca in diversi centri o università del Mezzogiorno: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Una sperimentazione, una “fuga di cervelli” al contrario, dall’Inghilterra, dal Portogallo, dalla Grecia, dal Brasile, dal Canada, che porta al Sud innovativi progetti di ricerca applicata e aiuta la formazione di carriere universitarie indipendenti. Nel corso dell’incontro ha raccontato la sua esperienza Jessica Dal Col, ricercatrice 39enne padovana, finora impegnata al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, Pordenone, che condurrà la ricerca “IMMUNOTERAPIA CON CELLULE DENDRITICHE”, per sviluppare un vaccino più efficiente per il trattamento del tumore al polmone, migliorando la sopravvivenza globale dei pazienti e/o la progressione della malattia, presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno.
In questi dieci anni la Fondazione CON IL SUD ha sostenuto oltre 1.000 iniziative, tra cui la nascita delle prime 5 Fondazioni di Comunità del Mezzogiorno, coinvolgendo più di 5.000 organizzazioni e centinaia di migliaia di cittadini, soprattutto giovani, ed erogando oltre 176 milioni di euro di risorse private.
Oltre il pensiero unico, oltre i pregiudizi, oltre le statistiche, oltre i facili scoraggiamenti c’è un “futuro mai visto” tutto da conquistare.
Una visione che ha stimolato il confronto anche con il prof. Sen, intervistato da Massimo Franco del Corriere della Sera.
Come ha specificato nel volume, “A ben guardare la Storia spesso è stato proprio il Sud ad avere forme di sviluppo superiori rispetto a quelle del Nord. Dunque l’idea di un Sud arretrato da contrappore a un Nord più avanzato è molto recente e, fino a un paio di secoli fa, non aveva alcun senso. Questo concetto – ha illustrato Amartya Sen premio Nobel per l’economia– è semmai un risultato dell’imperialismo. In realtà, se l’obiettivo che vogliamo porci è quello di vivere bene, allora bisogna rifarsi a quello che uno studioso “meridionale”, Aristotele, affermò nella sua Etica nicomachea: quello che stiamo cercando, nella vita, non è la ricchezza materiale, o meglio la cerchiamo solamente come strumento per ottenere le cose davvero importanti, quelle che possano consentirci una buona qualità della nostra esistenza. Quindi- ha continuato Sen- ritengo che questa idea per cui la ricchezza e il profitto sono la misura del successo nella vita sia profondamente sbagliata. Certo, come ci insegna Aristotele, la ricchezza è uno strumento per ottenere molte cose – non tutte, per la verità, ma molte cose. Per questo è molto importante che le persone abbiano la concreta possibilità di ottenere un reddito: questo significa opportunità occupazionali, significa salari adeguati, ma significa anche poter contare su una assistenza sanitaria degna, su un valido sistema scolastico a cui magari possa provvedere lo Stato. Dunque- ha concluso- abbiamo bisogno di molte cose nella vita, non di una cosa sola. Spesso la chiamiamo libertà, ma anche la libertà è un concetto che si articola in una vasta serie di aspetti diversi. Per raggiungere alcuni di questi, essere o non essere ricchi può fare la differenza, e per questo aumentare la ricchezza a Sud sarebbe molto importante. Ma non è l’unico parametro. Molto dipende anche da come è organizzata la società, da come lo Stato funziona e da come la stessa cultura può rendere la vita umana più soddisfacente”.
Giornata conclusiva a Roma con il Nobel per l’economia Amartya Sen e presentazione in anteprima di “Con il Sud – Visioni e storie di un’Italia che può cambiare” (Mondadori) per il decennale della Fondazione
Borgomeo: “In questo percorso a tappe abbiamo condiviso visioni ed esperienze che ci insegnano che il cambiamento al Sud è possibile se si capovolgono le priorità e il paradigma: lo sviluppo economico di un territorio dipende dalle sue condizioni sociali e civili”.
Sen: “Aumentare la ricchezza al Sud sarebbe molto importante, ma non è l’unico parametro. Molto dipende anche da come è organizzata la società, da come lo Stato funziona e da come la stessa cultura può rendere la vita più soddisfacente”.
Con la tappa romana si conclude la manifestazione itinerante “Con il Sud – Un futuro mai visto”, promossa dalla Fondazione CON IL SUD in occasione del suo decimo “compleanno”. Un anno di incontri sul territorio attorno a cinque figure storiche contemporanee e per certi versi profetiche: Franco Basaglia, Danilo Dolci, Renata Fonte, don Lorenzo Milani, Adriano Olivetti.
Un finale in compagnia del premio Nobel per l’Economia Amartya Sen, protagonista del volume “Con il Sud – Visioni e storie di un’Italia che può cambiare” (Mondadori) promosso dalla Fondazione e da oggi disponibile in libreria. Il volume, a cura di Andrea Di Consoli e Yari Selvetella, esplora la concretezza di tale prospettiva attraverso le visioni di scrittori, intellettuali, economisti, sociologi, rappresentanti delle istituzioni che, partendo dalla complessità del reale, ne individuano i limiti e i punti di forza. Oltre a Sen, gli altri protagonisti del libro sono Edgar Morin, Franco Arminio, Pietro Barbieri, Leonardo Becchetti, Rosy Bindi, Vincenzo Boccia, Mimmo Calopresti, Raffaele Cantone, Franco Cassano, Domenico Cersosimo, Luigi Ciotti, Emma Dante, Domenico De Masi, Giuseppe De Rita, Giuseppe Guzzetti, Giuseppe Laterza, Alessandro Leogrande, Geneviève Makaping, Raffaele Nigro, Valeria Parrella, Carmen Pellegrino, Franco Roberti, Marco Rossi-Doria, Chiara Saraceno, Aurelia Sole, Carlo Trigilia, Giusy Versace, Gianfranco Viesti. Il libro racconta anche le storie di migliaia di cittadini, giovani e associazioni coinvolti dai progetti sostenuti dalla Fondazione e contiene un fotoracconto di #unfuturomaivisto, il contest fotografico gratuito sul Mezzogiorno.
I diritti d’autore sulle vendite saranno interamente devoluti dalla Fondazione a LIBEROS, associazione che ha dato vita in Sardegna a un progetto innovativo fondato sulla promozione della lettura come fonte di coesione sociale, portandola in centinaia di piccole comunità isolate.
Per l’occasione inoltre, all’esterno dell’Aula Magna del Dipartimento di Architettura di Roma Tre a Testaccio che ha ospitato l’evento, è stata allestita l’esposizione #unfuturomaivisto, curata da Chiara Capodici con orizzontale, con alcune delle oltre 1500 immagini del Mezzogiorno che hanno partecipato al contest fotografico. La mostra, inoltre, sarà visitabile nelle prossime settimane presso la sede della Fondazione.
“Dieci anni rappresentano l’inizio di un percorso, lento e faticoso ma incisivo, di trasformazione del presente a partire dal Sud e dal sociale – ha dichiarato Carlo Borgomeo presidente della Fondazione CON IL SUD a margine dell’iniziativa. In questo percorso a tappe abbiamo condiviso visioni ed esperienze che ci insegnano che il cambiamento al Sud è possibile se si capovolgono le priorità e il paradigma: lo sviluppo economico di un territorio dipende dalle sue condizioni sociali e civili. Se noi non immaginiamo il Sud come sfida nazionale e non mettiamo al primo posto la scuola, i ragazzi, i percorsi di inclusione, i beni comuni, il rispetto delle regole e l’organizzazione di una comunità come possiamo costruire lo sviluppo? L’alternativa – ha concluso Borgomeo – è continuare di fatto ad aspettare uno sviluppo che arrivi da altrove, alimentando un processo di deresponsabilizzazione”.
L’incontro, aperto dai saluti dei rappresentanti dei soci fondatori della Fondazione, Giuseppe Guzzetti presidente dell’Acri e Pietro Barbieri portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, ha dato modo di condividere le testimonianze di alcune delle oltre 1000 iniziative avviate dalla Fondazione CON IL SUD in questi 10 anni.
Alle porte di Foggia, dal progetto Africa Food & Fashion District nasce lo spazio Calebasse. Cibo, moda e relazioni sono i suoi tre cardini. Al suo interno, infatti, c’è un ristorante che propone una cucina italo–africana, con la sperimentazione di piatti fusion, un angolo market con i principali prodotti utilizzati nella cucina africana e una sala eventi. L’attività è gestita da due giovani soci, uno italiano e uno senegalese, che collaborano con un cuoco italiano, un aiuto cuoco senegalese e una ragazza sudanese che si occupa del servizio ai tavoli. Calebasse è un open space messo a disposizione dell’intera collettività dove enti e associazioni possono collaborare; un punto di riferimento che regala alla città nuovi colori; una linea di abbigliamento che vede protagonisti italiani e stranieri.
In Sicilia invece la Fondazione di Comunità di Messina ha fatto un vero “miracolo civile”: ricercatori, organizzazioni non profit e del mercato sono riusciti ad immaginare e sperimentare “insieme” un modo nuovo di fare economia, partendo dal sociale, valorizzando le relazioni umane, la persona, i beni collettivi, trovando nella Fondazione CON IL SUD il soggetto che ha premesso la sua realizzazione. Uno dei progetti si chiama “Luci e libertà”, la Fondazione promuove il reinserimento sociale di 56 ex detenuti dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto. Gli ex detenuti, destinatari di un budget individuale assegnato dallo Stato italiano, hanno scelto di farlo confluire nel fondo della Fondazione di Comunità di Messina, di cui sono soci. Con la medesima cifra sostenuta dallo Stato per il ricovero in comunità terapeutica di un ex internato (70 mila euro l’anno), il programma “Luci e libertà” sostiene il suo reinserimento sociale per 20 anni (per un “costo” di 3.500 euro l’anno). E, nel tempo, la persona sarà messa nelle condizioni di sostenersi da sé. La Fondazione di Comunità di Messina promuove altri programmi per le famiglie e per i giovani della provincia, creando un indotto lavorativo diretto per centinaia di cittadini.
Con il bando “Brains2South” la Fondazione CON IL SUD ha permesso a 11 giovani ricercatori italiani e stranieri che fino ad oggi hanno lavorato all’estero o al Nord, di svolgere la propria ricerca in diversi centri o università del Mezzogiorno: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Una sperimentazione, una “fuga di cervelli” al contrario, dall’Inghilterra, dal Portogallo, dalla Grecia, dal Brasile, dal Canada, che porta al Sud innovativi progetti di ricerca applicata e aiuta la formazione di carriere universitarie indipendenti. Nel corso dell’incontro ha raccontato la sua esperienza Jessica Dal Col, ricercatrice 39enne padovana, finora impegnata al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, Pordenone, che condurrà la ricerca “IMMUNOTERAPIA CON CELLULE DENDRITICHE”, per sviluppare un vaccino più efficiente per il trattamento del tumore al polmone, migliorando la sopravvivenza globale dei pazienti e/o la progressione della malattia, presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno.
In questi dieci anni la Fondazione CON IL SUD ha sostenuto oltre 1.000 iniziative, tra cui la nascita delle prime 5 Fondazioni di Comunità del Mezzogiorno, coinvolgendo più di 5.000 organizzazioni e centinaia di migliaia di cittadini, soprattutto giovani, ed erogando oltre 176 milioni di euro di risorse private.
Oltre il pensiero unico, oltre i pregiudizi, oltre le statistiche, oltre i facili scoraggiamenti c’è un “futuro mai visto” tutto da conquistare.
Una visione che ha stimolato il confronto anche con il prof. Sen, intervistato da Massimo Franco del Corriere della Sera.
Come ha specificato nel volume, “A ben guardare la Storia spesso è stato proprio il Sud ad avere forme di sviluppo superiori rispetto a quelle del Nord. Dunque l’idea di un Sud arretrato da contrappore a un Nord più avanzato è molto recente e, fino a un paio di secoli fa, non aveva alcun senso. Questo concetto – ha illustrato Amartya Sen premio Nobel per l’economia– è semmai un risultato dell’imperialismo. In realtà, se l’obiettivo che vogliamo porci è quello di vivere bene, allora bisogna rifarsi a quello che uno studioso “meridionale”, Aristotele, affermò nella sua Etica nicomachea: quello che stiamo cercando, nella vita, non è la ricchezza materiale, o meglio la cerchiamo solamente come strumento per ottenere le cose davvero importanti, quelle che possano consentirci una buona qualità della nostra esistenza. Quindi- ha continuato Sen- ritengo che questa idea per cui la ricchezza e il profitto sono la misura del successo nella vita sia profondamente sbagliata. Certo, come ci insegna Aristotele, la ricchezza è uno strumento per ottenere molte cose – non tutte, per la verità, ma molte cose. Per questo è molto importante che le persone abbiano la concreta possibilità di ottenere un reddito: questo significa opportunità occupazionali, significa salari adeguati, ma significa anche poter contare su una assistenza sanitaria degna, su un valido sistema scolastico a cui magari possa provvedere lo Stato. Dunque- ha concluso- abbiamo bisogno di molte cose nella vita, non di una cosa sola. Spesso la chiamiamo libertà, ma anche la libertà è un concetto che si articola in una vasta serie di aspetti diversi. Per raggiungere alcuni di questi, essere o non essere ricchi può fare la differenza, e per questo aumentare la ricchezza a Sud sarebbe molto importante. Ma non è l’unico parametro. Molto dipende anche da come è organizzata la società, da come lo Stato funziona e da come la stessa cultura può rendere la vita umana più soddisfacente”.