L’ultima giornata si è aperta con il tema centrale dell’evento: «Sviluppo è Sostenibilità: la nuova linea del cambiamento», e con il saluto di Don Virginio Colmegna, della Casa della carità, che ha parlato dell’importanza del legame di solidarietà tra Nord e Sud, «un progetto culturale che deve andare oltre all’importante azione delle Fondazioni».
L’incontro è stato poi introdotto dal presidente di Fondazione Con il Sud, Carlo Borgomeo e da quello di Acri e Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti: «In Italia ci sono istituzioni e organizzazioni che hanno dimostrato di saper vincere contro il malaffare e le reti di criminalità organizzata: lo fanno con coraggio e, spesso, con risorse scarse, ma ci riescono.
Casi come questi andrebbero messi in luce, per far capire che in Italia (al Sud come al Nord) c’è chi è capace di imprese impensabili e che l’immagine del nostro Paese non è sempre e solo quella diffusa a seguito di scandali e di notizie riguardanti malavita e corruzione.
Abbiamo contribuito alla nascita di Fondazione Con Il Sud, conferendo non solo risorse economiche, ma anche l’esperienza maturata nel corso degli anni. Questa collaborazione è forte, sta dando grandi risultati e oggi si manifesta concretamente».
È intervenuto anche Pietro Barbieri, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore: «Fondazione Con il Sud ha saputo cambiare le criticità in opportunità, e oggi il terzo settore del Sud cresce e ha voglia di innovare e impegnarsi per favorire lo sviluppo. Se il Sud riuscirà a “costruire” coesione sociale potrà contribuire a far ripartire l’intero Paese».
Oltre a condividere idee, la manifestazione ha generato la condivisione di buone pratiche realizzate al Sud, che oggi sono state rappresentate da la Kumpania, una impresa sociale di ristorazione , realizzata da donne rom e napoletane nel quartiere di Scampia.
Il progetto di microcredito Autonomamente rivolto a finanziare imprese di donne e giovani a Gela e infine Marinando un’iniziativa che dà nuove opportunità a donne in situazioni di fragilità nel quartiere Marina di Cagliari.
Riccardo Bonacina, direttore di Vita, ha moderato l’incontro sul rapporto tra Sud e mass media.
- Mario Calabresi, Direttore de La Stampa: «La difficoltà da superare per raccontare il Sud è la rassegnazione ai luoghi comuni del Mezzogiorno come terra di criminalità e realtà problematiche.
Ormai sono i lettori a chiedere che si cambi il punto di vista. Ci si deve muovere lungo il crinale sottile tra cronaca di denuncia e cronaca di speranza. Ormai è partito il “corso di alfabetizzazione alla realtà” per i giornalisti». - Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire: «Non dobbiamo smettere di raccontare le storie di denuncia, perché questo spinge lo Stato ad essere presente al Sud.
Ma dobbiamo raccontare anche le storie di chi “fa la cosa giusta”, del terzo settore, di chi ha voglia di riscatto: questo innesca un circolo virtuoso per tutto il paese, perché oggi le realtà del Nord vengono a vedere come si muovono le realtà di successo del Sud».
- Alberto Orioli, Vicedirettore de Il Sole 24 Ore: «Negli ultimi anni c’è stata una rimozione del tema “Sud”: è stato abbandonato l’assistenzialismo, ma questo ha portato a non occuparsene più.
I media quindi si sono adagiati sui luoghi comuni, raccontandone il peggio.
Invece bisogna creare fiducia, la vera materia prima che manca oggi, raccontando la miglior forma di sviluppo, che è quella dal basso, come dimostrano le buone pratiche illustrate in questi due giorni». - Giangiacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della Sera: «Non sono solo le storie negative a “fare notizia”.
Il compito dei giornali oggi è incentivare l’orgoglio di un Paese che non si arrende, e dare visibilità a chi fa cose concrete. I giornalisti devono tornare in strada, e incontrare il territorio per raccontare il terzo settore e il welfare sociale, per contagiare la speranza».